Lunchbox

In an Indian city, a man and a woman ( Saajan and Ila ) meet  by coincidence. It is not a love Story like other, but it was born and grew through the delivery of lunch boxes .In India every employee get the daily lunchbox from theirs wife or from a restaurant. The Dabbawallahs pick up the lunckbox and deliver them to their destination. The job of Dabbawallahs exist from about 120 years in Mumbai; they are approximately 5000 delivery-man, that inheriting the profession from generation to generation  and ensuring that people receive the lunch in the office, cooked by their wives. They are highly respected mainly for their infallibility.In the story, inexplicably, there is an exchange of boxes that generates an epistolary relationship between ila and Saajan . The two, writing confessions, start to externalize one another their conditions : on one hand a wife completely indifferent to her husband , on the other a man close to retirement  who hadn’t deal with the passing years.This is a story of love and friendship thin, delicate, without excesses, that became true by case (according to Harvard University there is a chance in a million that Dabbawallahs could made a wrong delivery) and their wills to keep their virtual relation, as an escape from the everyday life, through   hand-written little notes,  spices and carry soaked.This is a ” gentle” Indian story, embedded in a dense and chaotic metropolis, described by images of offices, public transportation and restaurants, far thousand miles from the today western reality where relationships, although virtual, are managed through social network and the lunch is ordered online.

In una città indiana un uomo ed una donna (Saajan e Ila) si scoprono per caso. Non è una storia d’amore come un’altra, ma  nasce  e cresce attraverso la consegna dei cestini del pranzo.In india ogni impiegato si fa preparare giornalmente il cestino con il pranzo dalla propria moglie o dal ristorante, che poi viene ritirato e consegnato a destinazione dal dabbawallah. La figura del dabbawallah esiste da circa 120 anni a Mumbai; si tratta di circa 5000 e passa fattorini che, ereditando la professione di generazione in generazione, assicurano che gli uomini ricevano in ufficio i pranzi cucinati in mattinata dalle loro mogli. Sono figure molto rispettate soprattutto perché infallibili.Nel racconto, inspiegabilmente, avviene uno scambio di cestini che genera un rapporto epistolare fra ila e Saajan. I due attraverso  confessioni scritte esternano l’un l’altro la loro condizione: da una parte  una moglie completamente indifferente al marito,  dall’altra un uomo solo, prossimo al pensionamento, che non ha ancora fatto i conti  col passare degli anni.Una storia d’amore e di amicizia sottile, delicata,  senza eccessi, resa possibile dal caso (secondo Harvard c’è una possibilità su un milione che un dabbawallah sbagli consegna) e dalla volontà dei due protagonisti di mantenere il loro legame virtuale – una fuga dal quotidiano – attraverso dei piccoli bigliettini scritti a mano, intrisi di spezie e carry. Il racconto indiano  è una storia “gentile”,  annegata in una metropoli caotica e densa  tratteggiata dal susseguirsi di immagini di uffici, mezzi pubblici e ristoranti,  lontana mille-miglia dalla realtà occidentale dove i rapporti interpersonali, seppur virtuali, sono oramai gestiti attraverso social network e il pranzo lo ordini online.